Il golfo della Spezia e le sue fortificazioni
Napoleone, nell’esilio di Sant’Elena, ricordava il golfo della Spezia come le plus beau port de l’univers. Sua, non a caso, fu l’intuizione di realizzare nel golfo un Arsenale Militare Marittimo. Dalla teoria alla pratica passò Cavour che, nelle vesti di Ministro della Marina del Regno d’Italia, si adoperò affinché l’Arsenale fosse costruito. L’inaugurazione avvenne nel 1869. Ed ecco che La Spezia si affermò polo strategico in ambito militare e che, a difesa del territorio, vennero costruite diverse fortificazioni oggi patrimonio storico e architettonico di grande valore. Tra queste, completamente ristrutturata grazie a un sapiente lavoro di recupero, spicca la batteria Macé, più conosciuta come Forte Macé.
Storia di Forte Mace'
La batteria è uno dei simboli della Spezia città di mare. Costruita a fine Ottocento – 1889 l’anno di realizzazione – aveva il compito di difendere il golfo dagli attacchi che giungevano dall’entroterra. Posta a 285 metri sul livello del mare, proteggeva in particolare il valico della Foce dal quale passa la strada statale Aurelia, all’epoca principale via di collegamento con la Francia.
Passato indenne attraverso le due guerre mondiali, Forte Macé fu semidistrutto da un’esplosione nel secondo dopoguerra. Da allora rimase in abbandono fino al 1998, anno d’inizio del lungo e complesso intervento di recupero. Il lavoro ha riportato la batteria a nuova vita: dal 2005 il Forte è infatti tornato a vivere con le sue caponiere, le gallerie, le volte, le feritoie da fucileria, i corridoi, la Santa Barbara il fossato che ne circonda il perimetro e la vista che abbraccia tutto il golfo e l’Arsenale.
Testimonianza
Nel 2005, tra i primi visitatori dell’appena restaurata struttura, ci fu il signor Sergio, spezzino, che nel Forte Macé fu tenuto prigioniero. Era il novembre del 1944. Di seguito la testimonianza da lui scritta e donata alla famiglia Arfanotti, proprietaria del Forte, cui si deve il recupero della batteria.
Per saperne di piu'
Ecco alcune notizie storiche su compiti e caratteristiche di Forte Macé:
- dal “Piano delle Reti Telegrafiche e Telefoniche del Servizio del Regio Esercito e della Regia Marina” datato 6.12.1893 e conservato in sala disegno della Marigenimil della Spezia, risulta che alla batteria Macé era costituito un Capo Gruppo alle dipendenze del Comando di Settore posto all’opera mista Castellazzo;
- nella “Memoria sulla Piazza di La Spezia 1° Ottobre 1889” ad uso degli Ufficiali Allievi della Scuola di Applicazione di Artiglieria e Genio di Torino è documentato che la batteria Macé faceva parte della “Difesa verso terra” della Piazzaforte della Spezia. Situata a quota 285.50slm aveva il compito di difendere la tagliata della Foce. Era armata con:
4 cannoni in bronzo rigati del calibro di 120mm;
2 cannoni in bronzo rigati del calibro di 90mm.
La batteria era collegata alla tagliata con un lungo trinceramento per fanteria ed era alimentata dal magazzino a polvere di Lombacca (presso la strada della Foce).
La batteria si inquadrava nel settore della difesa che doveva impedire ad un avversario che fosse sbarcato ad ovest del golfo, di occupare con le sue artiglierie le posizioni dominanti il golfo stesso, avanzando lungo la strada per Genova.
“...l’ordinamento della difesa verso terra è a campo trincerato e perciò costituito dalla linea dei forti staccati e dalla cinta continua”.
“La cintura dei forti staccati segue generalmente dei tre tratti di contrafforti distinti parlando della configurazione del terreno attorno al golfo. Essi perciò possono considerarsi come formanti tre fronti cioè: fronte sud-ovest da monte Castellana a monte Verrugola; fronte nord-ovest da monte Verrugola a monte Valleriano; fronte nord-est da monte Valleriano a monte Rocchetta”.
“Fronte nord-ovest: la difesa di questo fronte è affidata alla batteria monte Parodi, alla tagliata della Foce e alla relativa batteria Macé, all’opera mista Castellazzo e al forte monte Albano. Nel loro insieme tutte queste opere hanno per iscopo di battere la strada di Genova, il contrafforte di monte Santa Croce, la valle Durasca e lo sbocco della valli Bottagna e Fresonara nella piana di Migliarina”.
“Tutte le opere, salvo quelle della Palmaria, sono congiunte colla città mediante strade militari carreggiabili che si allacciano a quelle lungo la spiaggia Porto Venere – Maralunga – La Spezia. Oltre alle esistenti sono in progetto altre strade, tra le cui principali una che dalla batteria Cava Castellana, per la cresta di quel contrafforte, mette a Bramapane, a un’altra lungo la cresta del contrafforte di monte Vissegi fino alla posizione avanzata importante di monte Croce. Esiste poi una rete completa telegrafica e telefonica che riunisce le varie opere e i vari stabilimenti fra loro e coi comandi e direzioni di terra e mare. Si hanno pure alcune stazioni di telegrafia ottica pel caso che qualche comunicazione con fili venisse interrotta o non funzionasse e alcune stazioni di avviso per scoprire le navi al largo e segnalarle al Comandante in Capo la Difesa”.